Note storiche su Grevo
Il paese di Grevo sorge in posizione panoramica su un terrazzo morenico terminante con un’alta sponda a picco sul fiume Oglio.
Il centro storico si sviluppa intorno alla Chiesa Parrocchiale di S. Filastrio con tipiche case in pietra a vista, ampi androni coperti e cortili che fiancheggiano molti edifici.
Vi dominarono potenti famiglie come gli Antonioli, i Federici e i Lodrone.
Ecco cosa scrive a proposito di Grevo Giovanni da Lezze nel suo catastico del 1609: “venendo più in giu lungo la Valle si trova il commun di Grevo, qual contiene due terre: Grevo et Cidegolo.
Qui gli sono pochi terreni arrativi, ma assai castagne, ed alla terra di Cidegolo, è il più stretto della Valle, congiungendosi quasi li monti ristando in mezo solo il fiume Ollio, et vi sono doi molini, una rasica, et una fucinadove si lavora azale”.
Grevo può vantare una rispettabile antichità, essendo, dopo Cividate, l’unico paese che sia ricordato nelle iscrizioni camune di epoca romana come sembra testimoniare il riferimento contenuto nelle “considerationi” di Pietro Paolo Ormanico (1639) e, come si legge in Grabriele Rosa “[…] i documenti positivi noti sino ad ora nominano nella vallecamonica solo Grevo nei tempi romani […[“ (La vallecamonica nella storia -1881-). Inoltre è tra i pochi che hanno dato qualche esemplare di scrittura reto-etrusca, che era in uso nelle valli alpine prima della occupazione romana.
Atro segno di assai remota esistenza può essere la località Casteler (col quel nome erano indicati certi fortilizi di origine celtica) che si incontrano sulla antica strada che da Grevo conduce a San Fiorano, dove ancora nel sec. XIII si trovava l’abitato di Viviano.
Fin dall’alto Medio Evo, il Vescovado di Brescia teneva nella nostra zona dei rilevanti possedimenti, dei quali furono investiti intorno all’anno mille i nobili Martinengo, e che in seguito ebbero in investitura gli antenati del nobile Antoniolo di Grevo e poi nel sec. XV i conti di Lodrone.